Io Zombo tu Zombi lei Zomba
PRIMO TEMPO
SECONDO TEMPO
TRAMA
causa d’una formula voodoo, letta in un romanzetto, un becchino e tre morti per incidente stradale diventano zombies nostrani. Dal romanzetto i quattro apprendono d’avere bisogno di carne umana per sfamarsi e che gli zombies sono costretti a muoversi con movimenti goffi e lenti. In preda ai morsi della fame, e nonostante diversi scrupoli morali, gli zombies cercano d’attirare delle vittime umane di cui nutrirsi. Fallito un agguato stradale, gli zombies si rendono conto che i movimenti lenti li penalizzano nei confronti delle persone vive e quindi non possono sperare di sopraffarle con la forza. Per ovviare a ciò, i quattro assumono la gestione d’un motel fuori mano appartenente alla zia d’uno dei morti per incidente stradale, con l’intenzione di mangiarsi i clienti.
Tra gli ospiti dell’albergo: un toscano conducente di carro funebre, una famigliola di tre persone formata da un marito rassegnato, una moglie logorroica e un bambino pestifero, un commesso viaggiatore con gravi problemi di salute e infine un malvivente che, con la procace compagna Nadia, deve disfarsi del cadavere del primo marito della donna, un ricco possidente ciociaro che ha appena ucciso con la complicità dell’amante. Nonostante le trappole che gli zombies dell’albergo tenderanno ai vari personaggi, qualcosa andrà sempre storto per loro e dritto per gli ospiti, e gli zombies non riusciranno a mangiarsi nessuno. Quel che è peggio, riveleranno senza volerlo la loro vera identità al ragazzino, che riuscirà anche a impadronirsi del romanzetto e a recitare la formula voodoo di rianimazione dei morti.
Il primo marito di Nadia, rianimato come zombi dal ragazzino, si rivela alla moglie e all’amante di lei: la moglie muore d’infarto, mentre l’amante viene messo in fuga. Lo zombi rivela agli altri quattro non morti dell’albergo che tutti loro non sono obbligati a nutrirsi di carne umana ma che possono benissimo mangiare le stesse cose dei vivi. I cinque decidono quindi di resuscitare come zombi anche Nadia così da godere con lei dei piaceri della carne.
Nel frattempo i genitori del ragazzino e il commesso viaggiatore, resisi conto anch’essi della vera identità degli zombies, fuggono dall’albergo e avvertono la polizia, che circonda il locale. I sei zombies, consapevoli che se verranno colpiti alla testa moriranno per sempre, sono costretti a fuggire e si accorgono che, a dispetto di quanto scritto nel romanzetto, possono correre e muoversi come persone normali. La fuga li porta a rifugiarsi in un supermercato, dove sono nuovamente assediati dalla polizia e dal resto della popolazione viva della zona. La polizia fa irruzione nel supermercato, seguita dal resto della popolazione: cinque zombies si fingono esseri umani vivi e catturano lo zombi becchino consegnandolo alla folla che, incitata dalla madre del ragazzino e dal capo della polizia, intende ghigliottinarlo.
Proprio mentre la mannaia sta per calare sulla testa del becchino viene rivelato che tutta la vicenda è in realtà un sogno del becchino stesso: i vari personaggi della vicenda finora narrata sono presentati nella realtà sotto diverse spoglie. Con sollievo il becchino, incitato dal parroco, torna al lavoro di sepoltura del defunto, finché non assiste a un altro incidente e decide di scappare via.
CURIOSITA’
Film girato in buona parte nel comune di Palombara Sabina, di budget bassissimo (lo stesso Renzo Montagnani, uno degli interpreti, se ne lamentò in un’intervista asserendo perentorio: «Una cazzata! Rossati, per me, non è un bravo regista e poi non c’era il becco di un quattrino… »[1]) ma che ha il pregio non solo di trattare un argomento horror “serio” in maniera parodistica ma anche di riunire un cast di attori/caratteristi assolutamente notevole per i tempi, basta citare, oltre a Renzo Montagnani, Duilio Del Prete, Gianfranco D’Angelo, Cochi Ponzoni, Daniele Vargas, Ghigo Masino, Vittorio Marsiglia, Anna Mazzamauro, Nadia Cassini e Tullio Solenghi (qui all’esordio comico). Nel cast c’è anche un giovanissimo Fabrizio Vidale, futuro doppiatore di cinema e tv.
Il film è stato girato, per il resto, al motel Sylvan di Sant’Angelo Romano (Roma).